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Insufficienza venosa

Vene varicose e capillari

Le vene varicose e i capillari costituiscono comunemente i segni più visibili di un quadro emodinamico noto con il termine di insufficienza venosa cronica.

Nella maggior parte dei casi in cui i Pazienti si rivolgono al Medico è presente una motivazione estetica: la comparsa progressiva di vene dilatate e di reticoli di capillari rende esteticamente poco gradevoli le proprie gambe, e insieme fornisce un’immagine di scarsa salute generale.

Tuttavia, molte persone presentano anche dei sintomi e segni tipici, che compaiono o peggiorano durante i mesi più caldi:

  • pesantezza
  • gonfiore
  • crampi
  • dolore nelle sedi cutanee interessate dalla presenza di vene dilatate
  • prurito e secchezza della pelle nella parte inferiore delle gambe e a livello delle caviglie
  • ferite che faticano a guarire intorno alle caviglie (ulcere varicose).

Cause comuni di insufficienza venosa

Terapia ormonale (pillola contraccettiva e trattamento ormonale sostitutivo)

Durante un trattamento ormonale con estro-progestinici è possibile notare la comparsa progressiva di capillari e varici reticolari; ciò è spesso dovuto all’effetto esercitato dagli ormoni sui piccoli vasi sottocutanei delle gambe, che tendono a dilatarsi e a produrre delle tipiche “ragnatele” di capillari (cosiddette teleangectasie a ragno – spider veins).

Gravidanza

La gravidanza rappresenta un periodo di elevato stress per le vene delle gambe, durante il quale possono comparire nel giro di poche settimane dei quadri varicosi di notevole entità, accompagnati spesso da dolore locale e senso di pesantezza e gonfiore.

Ciò si verifica per alcune concause:

  • effetto degli ormoni prodotti in gravidanza sulla parete delle vene, che tendono a dilatarsi, e sul ristagno di liquidi nel tessuto sottocutaneo (cosiddetta ritenzione idrica)
  • progressivo aumento di volume dell’utero e conseguente marcato incremento della vascolarizzazione nella pelvi
  • aumento fisiologico di peso della donna nel corso della gravidanza

Nella maggior parte dei casi le varici gravidiche scompaiono o si riducono marcatamente dopo il parto, e l’unica terapia consigliabile durante il periodo della gestazione è costituita dall’elastocompressione.
Se ancora presenti dopo il termine dell’allattamento, è utile rivalutare l’anatomia vascolare per pianificare un trattamento correttivo.

Cellulite

La cosiddetta cellulite (definizione corretta: PEFS – Panniculopatia Edemato-Fibro-Sclerotica) è sostenuta da uno squilibrio circolatorio venoso e linfatico sottocutaneo, spesso associato alla presenza di insufficienza venosa.
Il trattamento preventivo della sottostante insufficienza venosa consente di ottenere risultati più efficaci e duraturi in termini di risultato estetico e sintomatico.

Sport

Molti sportivi presentano delle vene dilatate ed evidenti in corrispondenza delle cosce e delle gambe: nella maggior parte dei casi si tratta di flebectasie, cioè di vene dilatate ma perfettamente sane. Tali dilatazioni rappresentano un adattamento del sistema circolatorio all’allenamento, e non comportano alcun tipo di problematica.
Alcune pratiche sportive, tuttavia, possono favorire la comparsa di vene varicose in soggetti predisposti.
In genere si tratta di attività durante le quali si genera una intensa e prolungata pressione intra-addominale associata ad un aumento di volume ematico nei muscoli della coscia (canottaggio, ciclismo, body-building, calcio, tennis, pallavolo).
In questi casi è opportuno valutare il grado di insufficienza venosa ed eventualmente utilizzare dei calzini elastici a compressione graduata durante la pratica sportiva per limitare la tendenza alla dilatazione dei tratti venosi malati, e per ottenere un più rapido recupero muscolare in termini di smaltimento di acido lattico.

Trombosi venosa

La trombosi venosa è l’occlusione di una vena per la presenza al suo interno di un coagulo di sangue.
Può verificarsi nelle vene del circolo profondo (Trombosi Venosa Profonda – TVP), nelle vene del circolo superficiale (Trombosi Venosa Superficiale – TVS), o in entrambe.
Nella maggior parte dei casi, dopo la guarigione ottenuta con opportune terapie, residua un danno a carico delle valvole delle vene colpite che divengono incontinenti, e producono una condizione di insufficienza venosa post-trombotica con vene varicose particolarmente evidenti.
In questi casi è fondamentale effettuare un accurato studio ecocolordoppler di tutti i vasi della gamba colpita per valutare se le vene varicose comparse in seguito all’evento trombotico siano da eliminare o siano invece delle vene “di compenso” (cosiddetta ectasia venosa superficiale compensativa post-trombotica).

Comprendere la patologia

La circolazione venosa degli arti inferiori è composta da due sistemi interconnessi:

  • circolo venoso profondo (vene profonde della coscia e della gamba – contenute nello strato più profondo dei tessuti, al di sotto della fascia muscolare): costituisce il circolo “principale” dell’arto inferiore, che trasporta la maggior parte del sangue dalle estremità al cuore
  • circolo venoso superficiale (Grande Safena, Piccola Safena, vena di Giacomini, vena marginale laterale, reticolo venoso superficiale sottocutaneo – situate in sede sottocutanea, al di sopra della fascia muscolare): costituisce il circolo “secondario” che in condizioni fisiologiche trasporta una quantità di sangue di gran lunga inferiore rispetto alle vene profonde.

Se il sistema circolatorio venoso degli arti inferiori non riesce a svolgere correttamente il proprio compito di raccogliere e convogliare il sangue dalle estremità del corpo verso il cuore, si verifica una condizione denominata insufficienza venosa cronica.
La causa anatomica risiede nella maggior parte dei casi nella cosiddetta “incontinenza” delle vene superficiali.
Le vene sane possiedono al loro interno delle valvole unidirezionali che consentono al sangue di viaggiare dai piedi verso il cuore.

In presenza di vene varicose, alcune vene del circolo superficiale si presentano dilatate e aumentano notevolmente la loro portata di sangue.
Nelle vene dilatate le valvole non sono in grado di svolgere la funzione di indirizzare il flusso ematico in un’unica direzione (valvole incontinenti), e il sangue è libero di ristagnare e di circolare al contrario, andando ad aumentare il volume e la pressione di liquidi a livello delle gambe e delle caviglie, configurando così il fenomeno dell’ipertensione venosa (presenza di eccessiva pressione all’interno delle vene, dannosa per i tessuti circostanti).